Sei a tavola tranquillo e ti stai gustando una bella cena, ma sai davvero cosa c'è nel tuo piatto? Oggi ti spiego qualcosa che potrebbe farti riflettere sulla sicurezza dei tuoi alimenti.
Le perfluoroalchilici, meglio conosciute come PFAS, sono quelle sostanze chimiche che di solito non vorresti trovare nel tuo piatto. Hanno fatto la loro comparsa negli anni '40 e da lì hanno conquistato un po' tutti gli angoli della nostra vita quotidiana, inclusi, purtroppo, i cibi che mangiamo. Ora, non voglio far saltare i nervi a nessuno, né tantomeno puntare il dito contro qualche marca in particolare, ma parliamo di scienza e salute qui, quindi bando alle ciance e vediamo che pesci pigliare.
PFAS a cena? Cosa c'è da sapere sul loro conto
Eh sì, cari lettori, sembrerebbe che i PFAS non si facciano problemi a infilarsi un po' ovunque, anche nei cibi più comunemente consumati. Il bello (si fa per dire) è che questi intrusi non se ne vanno facilmente, sia dall'ambiente sia dal nostro corpo, e a lungo andare possono iniziare a farci qualche dispetto. Un'esposizione eccessiva a queste sostanze indesiderate è stata collegata a svariate problematiche di salute come alterazioni del colesterolo, funzioni epatiche e tiroidee zoppicanti, senza scordarsi eventuali rischi per tumori. Ovviamente, siamo ancora in fase di "potrebbe essere che" e ci vuole altra ricerca per fare chiarezza, ma intanto è bene fare attenzione.
Che non sia un PFASparty: come ridurre il rischio
Alcuni studi impegnativi suggeriscono che il riso bianco, le uova, i frutti di mare e il caffè potrebbero essere i piatti principali in questa festa indesiderata dei PFAS. Pare che possano arrivare a noi attraverso il terreno dove crescono i nostri amati cibi, o magari da quella padella antiaderente che tanto ci piace, o perchè no, dal filtro del caffettiere. Comunque, tutto non è perduto: un'alimentazione bilanciata, questa benedetta e spesso dimenticata, ricca di frutta, cereali integrali e fibre alimentari può fare la guardia alle nostre porte, riducendo l'assunzione di PFAS nel nostro corpo. Già, ma poi per combattere questo intruso alla radice servono delle mosse messe in campo dall'industria e dai signori delle regole, se vogliamo davvero risolvere il problema.
Prendendo nota di questi consigli alimentari, si può in qualche modo tentare di limitare l'assorbimento di PFAS, però restiamo in attesa e speriamo che scienziati e autorità sanitarie facciano chiarezza relativamente all'impatto di queste sostanze. E, come sempre, ricorda di fare scelte informate e di puntare a un'alimentazione pulita e salubre.
Per non dilungarmi troppo, devo dire che resta di fondamentale importanza che le autorità facciano la loro parte riguardo la tematica dei PFAS nell'alimentazione e nell'ambiente. E voi, siete a conoscenza dei PFAS presenti nei prodotti che acquistate? Non pensate anche voi che ci vorrebbe più informazione in giro su questo tema, per poter mangiare con la testa tranquilla? Fatevi sentire con le vostre opinioni, mi raccomando.
"Non possiamo comandare la natura se non obbedendole", una massima di Francis Bacon che ci ricorda quanto sia importante rispettare le leggi dell'ambiente in cui viviamo. La presenza di PFAS negli alimenti è una sfida che ci pone davanti a un bivio: da un lato la tecnologia e l'industria alimentare che cercano di migliorare la conservazione e la praticità dei prodotti, dall'altro la salute pubblica e l'integrità dell'ambiente che rischiano di essere gravemente compromesse. È giunto il momento di interrogarci sul costo reale di un progresso che non tiene conto dell'equilibrio ecologico e della nostra salute. Una dieta ricca di elementi naturali e meno processati sembra essere una soluzione parziale, ma è la politica e la legislazione che devono agire con fermezza per limitare l'uso di sostanze dannose. Non possiamo più permetterci di essere passivi di fronte a un inquinamento silenzioso ma potenzialmente devastante. La salute non è negoziabile, e l'ambiente in cui viviamo ne è il custode più prezioso.