
Roberta Bruzzone spiega come riconoscere al volo un narcisista. Foto: RaiPlay - fluon.it
In un contesto in cui il narcisismo patologico rimane spesso misconosciuto, il lavoro di esperti come Roberta Bruzzone rappresenta una guida preziosa.
Nel panorama della psicologia criminale, la dott.ssa Roberta Bruzzone continua a distinguersi per il contributo significativo nella comprensione delle dinamiche relazionali tossiche, in particolare quelle riconducibili al manipolatore narcisista.
Durante il recente Congresso Internazionale di Psicologia Criminale, organizzato da Igor Vitale, la Bruzzone ha approfondito i segnali distintivi e le strategie per riconoscere e difendersi da questi soggetti, la cui influenza può avere effetti devastanti sulla salute mentale delle vittime.
Il volto nascosto del manipolatore narcisista
Il manipolatore narcisista si presenta spesso con una maschera di sicurezza e fascino irresistibile, ma dietro questa facciata si cela una profonda fragilità emotiva. Secondo la dott.ssa Bruzzone, questa contraddizione si può definire come una “grande armatura lucente” che nasconde un sé interiore fragile e insicuro. Il narcisista patologico manifesta un’autostima estremamente instabile, che cerca di compensare con un senso di grandiosità e il bisogno costante di controllo sugli altri.
Questa vulnerabilità celata spinge il manipolatore a instaurare relazioni tossiche nelle quali la vittima perde progressivamente la propria autonomia psicologica ed emotiva. Il narcisista utilizza strategie sottili e pericolose per dominare la sfera affettiva degli altri, mantenendo così il proprio potere e senso di superiorità.
Le tecniche di manipolazione: dal love bombing alla svalutazione
Tra le strategie più comuni e devastanti messe in atto dal narcisista vi è il cosiddetto love bombing: un bombardamento iniziale di attenzioni e lusinghe che crea nella vittima un intenso legame emotivo. Le frasi tipiche di questa fase, come “Non ho mai incontrato nessuno come te” o “Siamo anime gemelle”, attivano il circuito dopaminergico nel cervello, generando una dipendenza affettiva simile a quella da sostanze.

Successivamente, il narcisista inizia a svalutare la vittima con critiche sottili, umiliazioni e tecniche di gaslighting che minano l’autostima e la sicurezza personale della preda. Questa fase genera ansia e indebolisce la capacità di autodifesa della vittima, che diventa sempre più dipendente dall’approvazione del manipolatore.
Infine, si verifica spesso il cosiddetto “hoovering” o scarto e ritorno: dopo aver allontanato la vittima, il narcisista può tentare di riaccendere il legame tossico con messaggi ambigui come “Non ti ho mai dimenticata” o “Mi manchi”, rendendo difficile interrompere definitivamente la relazione.
Strategie di difesa e recupero dell’autonomia psicologica
Affrontare una relazione con un manipolatore narcisista richiede una presa di coscienza profonda e misure precise di protezione psicologica. La dott.ssa Bruzzone sottolinea l’importanza di adottare un no contact assoluto, ovvero interrompere completamente ogni forma di comunicazione e contatto con il narcisista, evitando anche di parlarne o cercare informazioni.
Parallelamente, è fondamentale lavorare sulla ricostruzione dell’autostima attraverso attività che stimolino il rilascio naturale di dopamina, come sport, meditazione e hobby creativi. L’accompagnamento di un terapeuta esperto in disturbi narcisistici è spesso determinante per rieducare il cervello e superare la dipendenza affettiva.
Riconoscere precocemente i segnali di allarme – come l’amore eccessivo e improvviso o la svalutazione seguita da tentativi di riconquista – può salvare la vita emotiva di molte persone. Solo attraverso una presa di distanza fisica e mentale è possibile interrompere il circolo vizioso dell’abuso narcisistico e recuperare la propria libertà emotiva.