
Il caffè che potrebbe esporti a rischio cancro - fluon.it
L’attenzione verso la sicurezza e la qualità nel processo di produzione del caffè decaffeinato si conferma dunque fondamentale.
Il dibattito sul caffè decaffeinato e i suoi effetti sulla salute continua a essere al centro dell’attenzione. Da bevanda alternativa a quella tradizionale, il decaffeinato ha subito una trasformazione sia nella percezione pubblica sia nei processi produttivi, grazie a nuove scoperte scientifiche e metodi di lavorazione più sicuri.
Alla base della diffidenza verso il caffè decaffeinato vi è una storia che risale ai primi del Novecento. Nel 1903, il commerciante tedesco Ludwig Roselius scoprì casualmente il processo di decaffeinizzazione quando un carico di chicchi cadde in mare, e l’acqua salata estrasse parte della caffeina.
La controversa storia del caffè decaffeinato: da rischio cancerogeno a scelta più sicura
Successivamente brevettò un metodo commerciale che utilizzava il benzene, un solvente chimico oggi noto per i suoi effetti tossici e cancerogeni.
Il benzene, infatti, è riconosciuto come una sostanza altamente pericolosa: può causare irritazioni agli occhi e alle vie respiratorie, vertigini, mal di testa e, a lungo termine, è associato a tumori e disturbi del sangue. Questo ha alimentato lo stigma negativo verso il decaffeinato, che per decenni è stato visto come un prodotto potenzialmente dannoso.
Metodi moderni di decaffeinizzazione: sicurezza e qualità
Oggi, fortunatamente, la tecnologia ha abbandonato l’uso del benzene. I principali metodi per rimuovere la caffeina dai chicchi sono tre: l’uso di solventi chimici come il cloruro di metilene o l’acetato di etile, il metodo con anidride carbonica liquida (CO2) e il processo a base di acqua.

Il metodo con acqua e anidride carbonica liquida è considerato il più sicuro, poiché non implica l’uso di sostanze chimiche sintetiche pericolose. Questi processi sono più costosi e spesso riservati a caffè di fascia alta o biologici, ma garantiscono un prodotto più sano e privo di residui dannosi.
Al contrario, il cloruro di metilene, pur utilizzato ancora da alcuni produttori, è un composto industriale che, se inalato in elevate dosi, può provocare disturbi respiratori e sintomi neurologici e nei modelli animali è stato associato a forme tumorali. Tuttavia, le tracce residue nel decaffeinato sono estremamente basse, nell’ordine di 10 parti per milione, e quindi considerate sicure dalle autorità sanitarie.
Il decaffeinato oggi: tra benefici e alternative naturali
Il consumo di caffè decaffeinato è spesso scelto per evitare gli effetti collaterali della caffeina, come ansia, insonnia e tachicardia, pur mantenendo il rituale del caffè. Gli esperti concordano che, se si opta per un decaffeinato, la scelta migliore è rivolgersi a prodotti che usano metodi di decaffeinizzazione basati su acqua o CO2, spesso disponibili presso torrefazioni specializzate o marchi biologici.
Parallelamente, si stanno diffondendo alternative “naturali” al caffè e al decaffeinato, come bevande a base di erbe medicinali, curcuma, ginseng, moringa e radice di maca. Nonostante la loro popolarità e il richiamo salutistico, queste soluzioni raramente offrono un reale effetto energizzante e possono presentare controindicazioni, soprattutto in casi specifici come la gravidanza.