
L’aumento delle pensioni sotto i 1.000 euro (www.fluon.it)
È ufficiale: da novembre arriverà un significativo aumento per le pensioni inferiori a 1.000 euro, una svolta concreta per molti pensionati.
Il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, ha illustrato le motivazioni alla base della misura: «Un intervento come questo era indispensabile per far fronte all’aumento del costo della vita, che in Alto Adige è più elevato rispetto alla media nazionale. Non si tratta di un’integrazione previdenziale, ma di una misura assistenziale, resa possibile grazie all’autonomia e alla collaborazione con l’INPS, che consente di evitare complicazioni burocratiche».
L’assessora alla Coesione sociale, Rosmarie Pamer, ha ribadito l’importanza dell’iniziativa, sottolineando il rischio crescente di povertà tra gli anziani a causa dell’inflazione e della riduzione del potere d’acquisto: «Questo accordo è un passo storico, perché unisce risorse e competenze diverse per dare una risposta concreta ai cittadini più fragili».
Anche il presidente dell’INPS, Gabriele Fava, ha definito questa intesa un modello innovativo di welfare: «La soddisfazione sta nel vedere un impegno comune verso un obiettivo concreto, volto a contrastare le disuguaglianze e a rendere l’Istituto più efficiente grazie alla collaborazione con le istituzioni locali».
Requisiti e modalità dell’aumento pensionistico
L’aumento è rivolto ai pensionati residenti nella Provincia di Bolzano che percepiscono un assegno mensile lordo inferiore a 1.000 euro (esclusa la tredicesima) e che abbiano un ISEE non superiore a 20.000 euro. La misura si applica a pensionati con almeno 65 anni di età e copre quasi tutte le categorie di pensione: di vecchiaia, anticipata, invalidità, superstiti, sociali, nonché assegni per invalidità civile, ciechi, sordi e casalinghe.
Il sostegno si traduce nel versamento della differenza mensile necessaria a portare la pensione fino alla soglia di 1.000 euro, moltiplicata per dodici mesi. Per esempio, chi attualmente percepisce 800 euro mensili riceverà un’integrazione di 200 euro al mese, per un totale annuo di 2.400 euro aggiuntivi. La tredicesima non sarà interessata da questo aumento.
Per accedere al beneficio, i pensionati devono presentare un ISEE aggiornato entro il 30 settembre 2025: chi rispetterà questa scadenza vedrà l’incremento già a partire dal cedolino di novembre. La procedura dovrà essere rinnovata ogni anno, sempre attraverso la presentazione dell’ISEE.
La gestione operativa di questo sussidio è affidata all’INPS, che utilizzerà i propri canali per l’erogazione, mentre le risorse finanziarie resteranno a carico della Provincia di Bolzano. Questo sistema garantisce efficienza e semplicità, riducendo al minimo la burocrazia e assicurando tempi brevi per l’erogazione.

L’iniziativa bolzanina si distingue nettamente rispetto alla situazione nazionale, dove il governo italiano ha dovuto rinunciare a un aumento generalizzato della pensione minima a 1.000 euro, obiettivo più volte annunciato ma mai realizzato per ragioni di sostenibilità finanziaria. Attualmente, infatti, la pensione minima nazionale si attesta a 614,77 euro mensili per il 2024, risultato di una rivalutazione straordinaria del 2,7% prevista dalla legge di bilancio 2023.
Per il 2025, la rivalutazione ordinaria sull’inflazione è stimata all’1,6%, che porterebbe la pensione minima a circa 608 euro, con un possibile aumento a 625 euro solo se verrà confermata un’ulteriore rivalutazione straordinaria, la cui approvazione è ancora incerta a causa delle limitate risorse disponibili.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha recentemente dichiarato l’impegno del governo a portare le pensioni minime dai 614,77 euro attuali a 1.000 euro netti mensili dal 1° gennaio 2025, un annuncio che segue un percorso incerto e complesso, dato che l’esecutivo nel 2023 aveva dovuto rinunciare a questa misura proprio per vincoli di bilancio.
La pensione minima nazionale è riconosciuta a tutti i pensionati che ne fanno richiesta, indipendentemente da nazionalità o stato civile, purché sussistano i requisiti di reddito e contributivi previsti. La domanda va presentata all’INPS, online o tramite patronati, con documentazione completa che include documento d’identità, codice fiscale, certificato di pensione, stato civile e dichiarazione dei redditi del pensionato e del coniuge.