
Le razze di cani che saranno proibite - fluon.it
La questione è complessa e multidimensionale, le soluzioni più efficaci devono combinare regolamentazioni più stringenti con una maggiore educazione.
Il Governo britannico ha confermato la decisione definitiva di vietare la razza canina American XL Bully, considerata a rischio per la sicurezza pubblica.
Questa misura, che entrerà in vigore a partire dal 2026, nasce a seguito di numerosi episodi di aggressioni e di una crescente preoccupazione per la gestione di questa razza molto discussa e controversa.
La scelta del divieto e le motivazioni alla base
L’American XL Bully è una razza che si è diffusa rapidamente nel Regno Unito negli ultimi anni, spesso grazie a allevamenti poco regolamentati e vendite online non sempre controllate. La normativa locale, che consente la vendita fino a tre cucciolate all’anno senza particolari permessi, ha favorito un mercato poco trasparente e talvolta irresponsabile.
La decisione del Governo britannico di vietare questa razza è stata presa dopo numerose segnalazioni di aggressioni, alcune delle quali hanno avuto conseguenze drammatiche sia per passanti che per i proprietari stessi. Sebbene episodi simili non siano frequenti, la pericolosità potenziale di questi cani ha spinto a un intervento deciso per tutelare la sicurezza pubblica.
Impatti sociali e critiche al divieto
La notizia ha scatenato un vero e proprio allarme tra i proprietari e gli allevatori, con una corsa a disfarsi degli American XL Bully. Sul web si sono moltiplicate le offerte di cessione gratuita di questi cani, mentre aumentano i casi di abbandono, con il rischio di incrementare il randagismo e le conseguenti problematiche di controllo sul territorio.

Secondo diverse associazioni animaliste, però, il divieto assoluto non rappresenta una soluzione efficace. Il problema, infatti, risiede più nella gestione e nell’educazione degli animali da parte di proprietari e allevatori, spesso privi di preparazione e consapevolezza delle responsabilità connesse. La mancanza di regolamentazioni rigorose sull’allevamento e sull’addestramento di questa e di altre razze potenzialmente pericolose è vista come la radice di molte delle criticità attuali.
Le associazioni chiedono pertanto un rafforzamento dei controlli sugli allevamenti e sulle vendite, oltre a campagne di sensibilizzazione per promuovere una gestione responsabile. Essi sostengono che l’aggressività non è una caratteristica innata esclusiva di questa razza, ma spesso emerge da condizioni di maltrattamento o di educazione inadeguata.
Il quadro europeo e la situazione italiana
A livello europeo, non esiste una normativa univoca che disciplini il divieto o la restrizione di specifiche razze canine. Ogni Stato membro decide autonomamente le proprie misure di controllo e prevenzione.
In Italia, ad esempio, non è prevista una legge che vieti determinate razze, ma il dibattito si è intensificato negli ultimi anni a seguito di alcuni episodi di cronaca che hanno riportato all’attenzione pubblica il tema della sicurezza legata ai cani potenzialmente aggressivi.
La legislazione italiana si concentra più sulle responsabilità dei proprietari e sull’obbligo di garantire un comportamento adeguato degli animali, senza però indicare una specifica lista di razze vietate.