Punti di Vista

ANDY. "Pop forever and everywhere"

17/10/2010

testo critico di Francesco Poli

 

Nel lavoro di Andy, lo si vede subito, c’è dietro un mestiere, una sperimentata  professionalità da grafico pittore,  ma c’è anche un’energia vitale  che sprizza fuori dalla superficie delle sue tele difficile da trovare nei molti altri giovani artisti che frequentano lo sterminato territorio dell’iconografia pop.

Andy non si pone problemi preventivi di originalità. Come scrive nella sua nota biografica, il suo concetto ideale è il “grado zero della creatività posto ad esplorare contesti diversi da contaminare”.  E contaminare per lui significa inglobare bulimicamente ( ma con nascosta e studiata accortezza) ogni tipo di immagine che gli interessa del mondo del cinema, della musica, della televisione, della pubblicità, dei fumetti, del design di moda e anche della storia dell’arte, per creare dei quadri  che giocano sull’iper-determinazione citazionistica e sulla strategia spiazzante del collage visivo più esagerato e  esuberante.

Tutto ciò viene elaborato, selezionato, sintetizzato, combinato, giustapposto e sovrapposto, e infine stilisticamente unificato in un linguaggio che tende alla comprensività più diretta e agli effetti più vivacemente soddisfacenti, ma che ha una particolare cifra espressiva individuale anche se appare dichiaratamente impersonale.

Il nome di battaglia che si è scelto è ovviamente un devoto omaggio all’icona assoluta dell’arte pop, Andy Warhol, ma per la verità  Andy jr. è, come tutti quelli della sua generazione,  lontanissimo dalla  problematicità critica, e dalla freddezza concettuale e ironica del capostipite degli anni’60. E’ la più spumeggiante stagione postmoderna degli anni ’80 il punto di riferimento e di partenza  ormai storico:  è la New York di Fashion Moda e della Fun Gallery , dei writers e della cultura hip hop,  del rock e punk, della contaminazione fra le  varie pratiche creative dalla pittura alla musica dalla moda e design ai fumetti; è questo modello ben presto arrivato a Milano e in altre città italiane, e i suoi sviluppi successivi che lo ha affascinato e coinvolto.

Andy è anche  musicista: ha fatto parte del gruppo dei Bluvertigo , suonando il sax e le tastiere, compone musiche per la danza contemporanea e il teatro e si diverte come dj mixando fra loro i più diversi pezzi musicali.

E come pittore fa un po’ la stessa cosa mixando immagini del suo mondo culturale, utilizzando come tecnica un procedimento di nitida e sintetica trascrizione grafica e dei colori acrilici fluorescenti che illuminano e elettrizzano  le tele quasi come le scene retroilluminate  del suo amico Marco Lodola, con cui ha spesso collaborato. In questo modo le sue composizioni, che hanno qualcosa in comune con il ritmo della musica pop (e non solo per la presenza in moltissimi quadri dei ritratti di tutte le più famose pop star)  più che essere delle opere da contemplare sono dei generatori di stimoli a livello di aggressivi accordi cromatici oltre che a livello di suggestioni tematiche in cui si intrecciano tutte le sue passioni musicali, fumettistiche, cinematografiche e di stili di vita.

Ma l’energia della sua pittura non rimane bloccata all’interno del tranquillizzante perimetro dei quadri. E’ debordante e si espande anche nella realtà esteriore coinvolgendo ogni sorta di oggetti e spazi, trasformandoli  in elementi di un processo utopisticamente senza fine di “poppizzazione” del mondo. E così, oltre a interventi di decorazione ambientale,  vengono ricoperti da caleidoscopiche decorazioni  strumenti musicali, sedie, divani, armadi, tavoli, manichini, calchi in gesso, scarpe, slotmachine e così via.  Con questo genere di trattamento anche gli oggetti più banali e comuni diventano qualcosa di ludicamente fantastico.

 E’ quando in una mostra si vedono le pareti piene di quadri e l’ambiente “arredato” con una quantità di mobili e oggetti,  quando si è, per così dire immersi e saturati da questa esplosione di forme e colori, che ci si ci rende conto veramente di quella che è la specifica qualità originale  dell’arte ibrida, fluttuante, pervasiva e vitale di Andy.