non si puo' conoscere andy senza capire la sua morfologia....
Non si può conoscere Andy senza capire la sua morfologia: la morfologia di uno struzzo.
Lo struzzo, il più grande uccello non volatile ma il più planante, veloce corridore nella sua specie. Un destino terrestre, una forza equestre, da percorrere fino in fondo.
I lineamenti non ingannano, il forma mentis non mente: Sono Andy, quando sono lo struzzo.
Attraversare la superficie, correre senza fiato, mentre i colori potenziati fino all’inverosimile vibrano nel tuo campo visivo, trasbordare, forzare da vero esibizionista, avanzare con i possenti colpi di zampe e nell’insieme gioire facendo un sincero e profondo “ BOOMING “ , “buu, buu, buuh, buu”, ecco la quintessenza di fluorescente elan vital di Andy.
Struzzo: “ Carissimo Andy, dimmi per gentilezza quello che non
sei!”
Andy: “ Sono nessuna delle cose che dirò: autopsia psichica,
anatomia esoterica, catabasis nel profondo, anabasis
nell’immondo, psicologia verticale, religione
trascendentale, no phantasio, no immaginario, creazione
ex nihilo, il mondo cratilo, lo specchio veritiero, il prete
menzognero. “
Struzzo: “ Gentilissimo Andy, dimmi in verità cosa sei? “
Andy: “ Sono come te, in quella antica credenza dove lo
struzzo cova l’uovo soltanto con il calore dello
sguardo che non distoglie mai. I miei quadri, senza
le cornici, senza gli spigoli, sono le uova che
trasbordano la mente. Anche il loro peso
(1.500 g.c.a.)
corrisponde al tuo uovo, e il mio pensiero alle tue
piume. “
Struzzo: “ Piuma – pensiero ? “
Andy: “ Le tue piume sono tutte della stessa lunghezza, come
la mia misura delle cose, giusta, rigorosa. Il mio
codice pittorico è come il tuo corpo: le isole
cromatiche che chiudo con il bordo nero, lasciando
immaginare oltre; forse il bianco delle tue ali che
non volano. “
Struzzo: “ Tutti vogliono volare e tu, perchè no ? “
Andy : “ Ricordati la mia firma, l’autografo. Il nome in alto e
il grande occhio in posizione simmetrica, in basso.
Un occhio grande, potente, ma legato alla vita
terrestre. Mi allungo, e nel campo visivo entra tutto
e non esce niente. Sono fedele alla terra, alla
superficie terrestre. Prostrato sull’essa, come i
banchi cromatici sui piani dei volti, e delle cose nei
quadri, opero una specie di l’olomero ,
un’immagine del nostro corpo, dove gli scogli muti
vibrano all’ unisono, potenziati dall’uno sguardo
onnisciente. “
Struzzo: “ Ben gentile, Andy, la fotografia è il fondo
invisibile dei tuoi quadri. Tutte le cose, tutte le
persone, sono catturate nell’eternità. Mi permetto
di dire: lavori sulla superficie dell’eternità, sul
piano orizzontale parallelo alla trivialità eterna.
La banalità degli enti brilla cangiante, i colori
ultra mondani ci avvertono, non cercare oltre, tu,
il tuo corpo e la tua mente, sono uguali a noi.”
Andy: “ Mio carissimo amico, hai ragione in tutto. Tutte le
immagini a me care sono state create e viste in
reminescenze del passato. Alimentate dalla loro
vita mi fissano piatte, piane, ma con la crescente
domanda pressante, chiedendo la vita nuova, più
potente, più semplice. Esaudisco la loro domanda.
La rumorosa, clamorosa visibilità degli enti, quasi
mai disvelata nella loro pienezza, nel grigiore
supereterno, supermoderno è il mio stupore
supremo.”
Struzzo: “ Egregio amico, una volta dipinta, marcata, resa
visibile, l’eternità pulsante, dischiusa nel quadro,
non diventa, forse, la merce di scambio, la moneta
sonante ? “
Andy: “ Cortesissimo amico, cento volte hai ragione. Di
tutte le immagini ho bisogno di fare a meno. Ma
la mia mente e il mio corpo sono deboli, sono un
dipendente, intossicato dalla infanzia, super
nutrito e coccolato ad esempio da K.D.B.
( Kraftwerk, Depeche Mode, Bowie ), tutti
colpevoli, tutti assolti, potenti veleni che circolano
ancora nelle mie vene artistiche, decadenti.
Non sono un mistico tedesco altomediovale, ma
sono puro a modo mio. I quadri li vendo e così
mi disintossico, e moneta sonante me la suono,
ma la suono.
DAMIR ZUBCIC